Invitata a proporre un progetto per la prossima Biennale d'Arte di Venezia, Rossella Biscotti decide di partire da Amsterdam e di trasferirsi a Venezia per dedicarsi pienamente alla produzione di un nuovo lavoro. Qui incontra la città, conduce ricerche sul campo, conosce l'identità e il carattere di Venezia e definisce le potenzialità di un progetto che va sempre più a delinearsi come fortemente processuale, frutto di un lavoro costante e arricchito dalla partecipazione attiva di tutti i soggetti e le istituzioni coinvolte. Le necessità del lavoro portano l'artista ad essere quotidianamente a Venezia, ma questa è anche la scelta di vivere un tempo ed un luogo pienamente, di attraversare la città dall'interno ed alla scoperta del suo tessuto urbano, di investire in relazioni professionali e personali di qualità e significanti. Cosa vuol dire vivere una città, e come questo influisce sulla modalità di produzione? Soprattutto in campo artistico, dove il procedere non è quasi mai lineare e molto spesso inaspettato? Dopo sei mesi a Venezia, Biscotti restituisce alla città la sua esperienza veneziana mettendo a valore la costruzione di una rete di soggetti che, ognuno in modo diverso, sono stati interlocutori importanti in questo tempo di lavoro e di […]
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# OCCUPY BIENNALE # COMMON BATTLE GROUND Un appello all’iniziativa promosso da S.a.L.E. Docks Laboratorio occupato Morion, Centro sociale Rivolta Nelle prossime settimane Venezia sarà teatro di alcuni “grandi eventi culturali” per eccellenza: dall’inaugurazione della Biennale d’Architettura alla Mostra internazionale del Cinema. Nel tempo della crisi e dell’austerity, essi diventano la vetrina della ricchezza accumulata e goduta da pochi, il palcoscenico del profitto capitalistico che si è fatto rendita parassitaria sulla cooperazione sociale: dal business dell’entertainment e della produzione d’immaginario per il suo consumo, al saccheggio del territorio attraverso la speculazione immobiliare, rispetto alla quale l’architettura contemporanea gioca lo stesso ruolo, nell’organizzazione della metropoli neoliberista come mostruoso dispositivo di cattura del valore e del controllo sociale, svolto dell’ “embellissement stratégique” (e più spesso, perdonate la battutaccia, dell’ “abrutissement”!) del barone Haussmann nella Parigi della seconda metà del XIX secolo. Dal Ground al Battle Ground. Dal campo fintamente neutro al reale campo di battaglia; solo una parola in più che abbiamo voluto aggiungere al titolo della Biennale di Architettura 2012, quel titolo che furbescamente occhieggia alla discussione così trendy sul “comune” e i “beni comuni”. Apparentemente una piccola modifica, in verità una fondamentale distinzione. Non esistono commons fuori dalle lotte per […]
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