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PIERO MARSILI LIBELLI: DEBORDAGE

6 Ottobre 20206 Ottobre 2020

4 OSPITI, UNA CANZONE, UN VIDEO, UNA PAGINA, UN’IMMAGINE.

25 Giugno 202025 Giugno 2020

2038. SETTE SCENE DA VENEZIA

5 Giugno 20205 Giugno 2020

Tutto confluisce mentre tutto si disgrega

14 Agosto 201914 Agosto 2019

Maree di gente

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Sale Docks @Macro Asilo
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Sale Docks @Macro Asilo

11 Dicembre 201814 Maggio 2019 By : Salato
Tagged in : asilo filangeri macao macro asilo sale docks tmo palermo
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  • PIERO MARSILI LIBELLI: DEBORDAGE

    PIERO MARSILI LIBELLI: DEBORDAGE

    Published on : 6 Ott 2020

    Fotografie tra finzione e realtà Sale-Docks, Magazzini del Sale, Venezia, Dorsoduro 265Inaugurazione: giovedì 8 ottobre, h. 18 Pur nell'attuale condizione postfotografica, caratterizzata da un'inedita inflazione delle immagini e, come sostiene

  • Dark Matter Games

    Dark Matter Games

    Published on : 22 Mar 2017

    www.darkmattergames.net Dark Matter Games is an art project that aims to develop and present innovative and socially engaged art practices that often fall out of the scope of more classical

  • Programma Ottobre / Novembre / Dicembre 2017

    Programma Ottobre / Novembre / Dicembre 2017

    Published on : 7 Set 2017

    S.a.L.E. DocksOttobre / Novembre / Dicembre 2017 OTTOBRE 19-20/10/2017 LA LOTTA PER IL TEATRO. #01 Ottobre ▸19 /10ore 21.00 Forme del lavoro e produzione artistica. Una discussione pubblica (con interventi

  • PIERO MARSILI LIBELLI: DEBORDAGE

    PIERO MARSILI LIBELLI: DEBORDAGE

    Published on : 6 Ott 2020

    Fotografie tra finzione e realtà Sale-Docks, Magazzini del Sale, Venezia, Dorsoduro 265Inaugurazione: giovedì 8 ottobre, h. 18 Pur nell'attuale condizione postfotografica, caratterizzata da un'inedita inflazione delle immagini e, come sostiene

  • 4 OSPITI, UNA CANZONE, UN VIDEO, UNA PAGINA, UN’IMMAGINE.

    4 OSPITI, UNA CANZONE, UN VIDEO, UNA PAGINA, UN’IMMAGINE.

    Published on : 25 Giu 2020

    Edizione su classe, razza, genere, cura, sessualità, rivoluzione, magia. Un modo informale per ricominciare a trovarsi in presenza, corpi nello spazio, non visi sullo schermo. Un aperitivo. Un momento di

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Il reddito di base universale ed incondizionato (U Il reddito di base universale ed incondizionato (UBI) è la migliore misura per il settore artistico e culturale. Al tempo stesso, i lavoratori e le lavoratrici dell’arte chiedono il reddito di base non solo per sé stess*, ma per tutt*.
L’UBI libera tempo e ci libera dal ricatto del lavoro precario e dalle condizioni di sfruttamento sul lavoro. Si oppone alla menzogna meritocratica che copre il privilegio di classe. È il riconoscimento minimo di quel lavoro invisibile, essenziale per la riproduzione delle vita, lavoro spesso non riconosciuto, ma necessario, come prova il crescente bisogno sociale di cura.
Le prospettive transfemministe e decoloniali ci insegnano a dire NO a tutte forme di sfruttamento invisibili ed estrattive, specialmente alle condizioni di precarietà tipiche del mercato e del lavoro artistico.
Attraverso UBI affermiamo il diritto all’intermittenza, alla privacy, all’autonomia e il diritto di rimanere offline e di non essere reperibili 24/7.
Pretendendo l’UBI, le lavoratrici ed i lavoratori dell’arte non difendono una corporazione o una categoria. Al contrario, ess* intaccano il ruolo che classe e privilegio svolgono nella percezione dell’arte. 
L’UBI è universale Perché è per tutt* e permette a tutt* agibilità creativa.

#ArtforUBI (Link in Bio)

Sostieni UBI/ Firma la petizione su Change
La scelta della Fondazione Musei Civici di Venezia La scelta della Fondazione Musei Civici di Venezia di tenere chiuso fino ad aprile (anche in caso di diversa indicazione da parte del governo) è insensata, ma rispecchia bene l'idea di politiche culturali del suo vicepresidente, il sindaco Brugnaro. A farne le spese, prima di tutto, lavoratrici e lavoratori, già provat* da una lunga e difficile vertenza. Tutt* finiranno in cassa integrazione al 100%. Ma a farne le spese sarà anche l'idea di cultura e offerta museale come ambiti portatori di un valore sociale, di ricerca e di divulgazione scientifica. La scelta in questione illumina un'altra logica: guardare al patrimonio muesale come qualcosa di immediatamente spendibile sul mercato turistico, oppure come sacrificabile. Bisognerebbe fare esattamente l'opposto, vedere le istituzioni culturali cittadine come luoghi di cura, di lavoro, di ricostruzione di legame sociale e di riflessione sul presente. Siamo vicin*, come sempre, ai lavoratori e alle lavoratrici in difficoltà. Qui servono nuovi strumenti di reddito e serve rivoluzionare il senso profondo della cosiddetta offerta culturale cittadina.

Link in Bio per leggere l’articolo.
La vicenda della possibile vendita della Casa dei La vicenda della possibile vendita della Casa dei Tre Oci e del fallimento dell’M9 illustra con chiarezza il paradosso incarnato dalle fondazioni di origine bancaria. Le vecchie fondazioni bancarie rivelarono presto il loro limite: enti attraverso cui la politica locale si spartiva il controllo di pacchetti azionari delle casse di risparmio e, grazie a questo, rafforzava clientele e consorterie. Le fondazioni di origine bancaria nacquero per separare tali istituzioni dalle banche, trasformando le prime in enti autonomi di diritto privato. In questo passaggio, però, si nasconde una nuova ambiguità. In tutti gli statuti, compreso quello della Fondazione di Venezia, convivono indirizzi (primari) di utilità sociale, di sostegno alla cultura, alla ricerca, allo sviluppo del territorio, con indicazioni verso una “sana e prudente gestione” di operazioni finanziarie ed immobiliari. Tale oculata messa a valore del patrimonio, si badi, dovrebbe essere secondaria, cioè sempre essere effettuata nell’ottica di potenziare la redistribuzione di risorse sul territorio. In teoria. In realtà, eccoci al paradosso: oggi ci troviamo di fronte fondazioni che, una volta separate dalle banche, si comportano esse stesse come banche. Non come le antiche casse di risparmio, guidate, almeno alle origini, dalle priorità del risparmio e dell'iniziativa umanitaria, ma come i moderni istituti di credito, dediti all’investimento speculativo. Ecco perché la Fondazione di Venezia, invece che dare al territorio, oggi si trova a togliere, a pensare, cioè, di mettere in vendita la sede espositiva della Casa dei tre oci. Succede perché perché l’M9 non nasce veramente come progetto culturale, ma come specchietto per le allodole per far digerire un’operazione di speculazione immobiliare avvenuta su terreni pubblici. Ciò che interessava alla Fondazione non era tanto il museo, quanto il circostante distretto che avrebbe dovuto fruttare attraverso la presenza di servizi, negozi, ristoranti ed hotel. Un'operazione che tradisce i principi statutari e che, oltretutto, fallisce (manco capaci a speculare per bene).

[CONTINUA NEI COMMENTI]
⚡️Un tuffo nel passato di S.a.L.E. Docks⚡️ ⚡️Un tuffo nel passato di S.a.L.E. Docks⚡️

Alcune splendide foto scattate nel 2013 da Licia Perna durante l’assemblea plenaria per la costruzione di OPEN6: un progetto collettivo che parte dalla messa in discussione della mostra come evento per arrivare a sviluppare nuove pratiche artistiche di assemblaggio.

💥Back to the Past of S.a.L.E. Docks 💥

 Some wonderful pictures taken in 2013 by Licia Perna during the plenary assembly for the construction of OPEN6: a collective project that starts from the discussion of the exhibition as an event to develop new artistic assembly practices.
Stasera ci troverete online per il terzo Focus del Stasera ci troverete online per il terzo Focus del Forum dell'arte contemporanea italiana organizzato da Giuseppefraugallery / Scuola Civica d'Arte Contemporanea.

I Focus sono approfondimenti mensili in forma assembleare, il cui obiettivo è quello di attivare una piattaforma che dia spazio a dimensioni di collettività locali per affrontare nodi critici legati alle sfere dello spazio pubblico e della geo-politica. 
Il ciclo è dedicato a criticità territoriali e comunitarie, di cui vengono presentate esperienze, iniziative, studi e progetti dedicati.

L’intento del Focus Resistenze! è quello di mettere in relazione teorie, pratiche, riflessioni e testimonianze provenienti da percorsi dell’attivismo non necessariamente appartenenti al mondo dell’arte contemporanea, ma sicuramente speculari alle tematiche affrontate dalla sua parte più attiva e impegnata nel sociale.

Link in BIO per scoprire il programma completo!

Per partecipare:

Join Zoom Meeting
https://us02web.zoom.us/j/87013194034?pwd=YU9QWnFoS1RQYkJrcWVyUnR0eDRXZz09

Meeting ID: 870 1319 4034
Passcode: 283539

Ti aspettiamo!
📌SAVE THE DATE! 🗓 Il 29 Ottobre alle 17 si 📌SAVE THE DATE!

🗓 Il 29 Ottobre alle 17 si terrà online il focus 
THE VENICE BIENNALE IN PANDEMIC TIMES
Organizzato da Vittoria Martini and Marco Baravalle in collaborazione con S.a.L.E. Docks e il Forum dell’Arte Contemporanea.

La Biennale di Venezia vive in una città in cui, da decenni, il numero dei turisti surclassa quello dei residenti (in costante diminuzione). Calata in questo contesto, ha saputo mantenere una leadirship globale nel suo settore, anche sfruttando la filiera del turismo internazionale che vede nella città lagunare una meta così appettibile. Un evento globale (per le relazioni culturali su che mette in moto) con una ricaduta locale che si valuta soprattutto in termini di indotto economico.

Bene. Tutto ciò poteva essere dato per scontato fino all’esplosione della pandemia, ma ora che succede? Al di là dell’urgenza di ripensare la Biennale nel momento dell’assenza dei pubblici internazionali, può il Covid-19 rappresentare un’occasione per ripensare radicalmente quell’istituzione (e le large scale exhibitions in generale) alla luce di criteri diversi da quelli dettati dall’economia culturale neoliberista? Non è forse questo il momento di trovare un coraggio istituzionale che è, tra l’altro, patrimonio storico della Biennale?

Queste sono le domande di partenza che poniamo a studios*, curatori e curatrici, artist* e lavoratori e lavoratrici della cultura.

Fra le/gli ospiti invitati a partecipare (in progress):

Cristina Baldacci, Carlos Basualdo, Francesco Bonami, Emanuele Braga, Simone Capra, Jesus Carrillo, Barbara Casavecchia, Anthony Gardner, Amin Husain e Nitasha Dillon, Charles Hesche, Viviana Gravano, Caroline Jones, Vasif Kortun, Mao Mollona, Rafal Nemojevski, Zeyno Penkunlu, Ippolito Pestellini, Annalisa Sacchi , Marco Scotini, Gregroy Sholette, Vinicius Spricigo, Stefano Tomassini, Angela Vettese e varie realtà cittadine artistiche e culturali.
Giù le mani dagli Spazi Sociali! 🔴PERQUISIZIO Giù le mani dagli Spazi Sociali!

🔴PERQUISIZIONE IN CORSO AL CENTRO SOCIALE RIVOLTA🔴

Stamattina dalle prime ore dell'alba centinaia di uomini in assetto antisommossa stanno bloccando l'ingresso del centro sociale e è eseguendo una perquisizione.
Blindati, celere, guardia di finanza e scientifica presidiano la perquisizione mentre decine di attivisti e attiviste sono già accorsi sul piazzale.
Si tratta della vendetta di stato per la manifestazione dello scorso 12 settembre quando gli attivisti e le attiviste della neonata rete Rise Up 4 Climate Justice hanno sanzionato la raffineria ENI di Porto Marghera.
Sappiamo che quando si tocca il cuore del problema l'apparato risponde con la repressione, sappiamo che grandi movimenti che si organizzano fanno paura e qualcuno tenta di sfruttare il difficile momento in corso per cancellarli ma usciremo più determinati di prima.
La lotta per la giustizia climatica non si ferma.
Seguiranno aggiornamenti.

#RiseUp4ClimateJustice #spazisociali
Sostenete la lotta delle maestranze della cultura Sostenete la lotta delle maestranze della cultura e dello spettacolo che,  per richiedere reddito diritti e dignità sono state pesantemente colpite dalle sanzioni amministrative a seguito del 1 maggio! partecipate numeros* alla raccolta fondi che trovate seguendo il link in BIO!

Support the struggle of the workers of culture and entertainment who, to request income, rights and dignity, were heavily affected by the administrative sanctions following May 1st!  numerous * participate in the fundraising that you find Link in BIO!
Reposting @mely_eleven 💕 PIERO MARSILI LIBELLI: Reposting @mely_eleven 💕
PIERO MARSILI LIBELLI: DEBORDAGE Fotografie tra finzione e realtà, passate al @saledocks fatevi un favore davvero!
"Le foto di Piero Marsili Libelli offrono un'alternativa possibile a questo disincantamento per la loro sottesa inquietudine, per quella vibrazione, per quella capacità di incantare il mondo, di registrarlo senza fissarlo, di scostare l'illusione dell'oggettività, di interpretare, in definitiva, la fotografia come paradossale arma contro lo status quo, contro l'immutabilità delle convenzioni, dell'industria culturale, della guerra e dei rapporti di potere."
.
#saledocks #venezia #photography #pieromarsililibelli #bw
L’8 Ottobre alle 18 al S.a.L.E. Docks inauguriam L’8 Ottobre alle 18 al S.a.L.E. Docks inauguriamo la mostra fotografica di Piero Marsili Libelli, artista poliedrico il cui campo d'azione riguarda tutti gli aspetti dell'umanità, catturati dal suo occhio in ogni circostanza, dal dramma al piacere e da diversi punti di vista. 

Le sue foto, in mostra fino al 22 novembre, sono state pubblicate da diversi giornali di prestigio nel mondo, tra cui il New York Times, il Newsweek, L'espresso, il Paris Match e sono state esposte a San Paolo del Brasile, Amsterdam, Madrid, New York, Milano, Yerevan.

Che si tratti di immagini di reportage (dalla Romania durante la caduta di Ceaușescu, passando per l'Afghanistan post 11 settembre, fino al Giglio dopo il naufragio della Concordia) o di ritratti di personalità del mondo del cinema, del teatro e dell'arte, all'occhio di Marsili Libelli va riconosciuto il merito di avere sempre saputo debordare il reale, abitandolo ed eccedendolo al tempo stesso. 

Qui gli orari di apertura
8 ottobre - 22 novembre
dal mercoledì alla domenica
11.00-13.00 / 14.00 - 18.00

Non mancate!
Giovedì 8 ottobre alle 18 inaugura al S.a.L.E. Do Giovedì 8 ottobre alle 18 inaugura al S.a.L.E. Docks "Debordage", mostra fotografica di Piero Marsili Libelli, in collaborazione con @in_common_project  e @iuav_teatro_e_performance.

Vi aspettiamo!
|Come artist*, lavorat* dello spettacolo, dell’a |Come artist*, lavorat* dello spettacolo, dell’arte del cinema abbiamo un percorso da fare assieme ad altr*, quello di aprirci come essere-umani-implicati-nel-mondo, gli esperimenti collettivi richiedono anche definizioni espanse di collettivi per includere altre esistenze umane e non umane. Isabelle Stengers ci suggerisce di operare verso "un’ecologia delle pratiche", come luoghi di attaccamento, forza e trasformazione – che mettono in atto forme di “obbligo” creativo che possono avere la capacità di "rispondere a sfide e sperimentare cambiamenti". 

Il gesto estetico non adempie più a tutte le funzioni del politico, come rispondere allora alle sfide poste dal cambiamento climatico a partire da un ripensamento dei modi di produzione dell’industria cinematografica per esempio? Come attuare pratiche produttive intersezionali, inclusive, ecologiche? In che modo possiamo lavorare verso una cultura multipla della natura?
Quali sono le condizioni materiali dalle quali possiamo aprire tali prospettive?

Per questo invitiamo tutt* al Venice Clime Camp di Venezia, che si terrà al Centro Sociale Rivolta nelle giornate del 9 settembre per la manifestazione di lavorat* spettacolo alla Mostra del Cinema (Lido di Venezia), il 10 settembre per la riunione della rete professionist* dello spettacolo e alla giornata del 11 settembre in cui Adl Cobas (Associazione Difesa Lavoratori) promuove un’assemblea sui temi del lavoro e del reddito.|

Link in Bio per leggere il testo completo.
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Il reddito di base universale ed incondizionato (U Il reddito di base universale ed incondizionato (UBI) è la migliore misura per il settore artistico e culturale. Al tempo stesso, i lavoratori e le lavoratrici dell’arte chiedono il reddito di base non solo per sé stess*, ma per tutt*.
L’UBI libera tempo e ci libera dal ricatto del lavoro precario e dalle condizioni di sfruttamento sul lavoro. Si oppone alla menzogna meritocratica che copre il privilegio di classe. È il riconoscimento minimo di quel lavoro invisibile, essenziale per la riproduzione delle vita, lavoro spesso non riconosciuto, ma necessario, come prova il crescente bisogno sociale di cura.
Le prospettive transfemministe e decoloniali ci insegnano a dire NO a tutte forme di sfruttamento invisibili ed estrattive, specialmente alle condizioni di precarietà tipiche del mercato e del lavoro artistico.
Attraverso UBI affermiamo il diritto all’intermittenza, alla privacy, all’autonomia e il diritto di rimanere offline e di non essere reperibili 24/7.
Pretendendo l’UBI, le lavoratrici ed i lavoratori dell’arte non difendono una corporazione o una categoria. Al contrario, ess* intaccano il ruolo che classe e privilegio svolgono nella percezione dell’arte. 
L’UBI è universale Perché è per tutt* e permette a tutt* agibilità creativa.

#ArtforUBI (Link in Bio)

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La scelta della Fondazione Musei Civici di Venezia La scelta della Fondazione Musei Civici di Venezia di tenere chiuso fino ad aprile (anche in caso di diversa indicazione da parte del governo) è insensata, ma rispecchia bene l'idea di politiche culturali del suo vicepresidente, il sindaco Brugnaro. A farne le spese, prima di tutto, lavoratrici e lavoratori, già provat* da una lunga e difficile vertenza. Tutt* finiranno in cassa integrazione al 100%. Ma a farne le spese sarà anche l'idea di cultura e offerta museale come ambiti portatori di un valore sociale, di ricerca e di divulgazione scientifica. La scelta in questione illumina un'altra logica: guardare al patrimonio muesale come qualcosa di immediatamente spendibile sul mercato turistico, oppure come sacrificabile. Bisognerebbe fare esattamente l'opposto, vedere le istituzioni culturali cittadine come luoghi di cura, di lavoro, di ricostruzione di legame sociale e di riflessione sul presente. Siamo vicin*, come sempre, ai lavoratori e alle lavoratrici in difficoltà. Qui servono nuovi strumenti di reddito e serve rivoluzionare il senso profondo della cosiddetta offerta culturale cittadina.

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La vicenda della possibile vendita della Casa dei La vicenda della possibile vendita della Casa dei Tre Oci e del fallimento dell’M9 illustra con chiarezza il paradosso incarnato dalle fondazioni di origine bancaria. Le vecchie fondazioni bancarie rivelarono presto il loro limite: enti attraverso cui la politica locale si spartiva il controllo di pacchetti azionari delle casse di risparmio e, grazie a questo, rafforzava clientele e consorterie. Le fondazioni di origine bancaria nacquero per separare tali istituzioni dalle banche, trasformando le prime in enti autonomi di diritto privato. In questo passaggio, però, si nasconde una nuova ambiguità. In tutti gli statuti, compreso quello della Fondazione di Venezia, convivono indirizzi (primari) di utilità sociale, di sostegno alla cultura, alla ricerca, allo sviluppo del territorio, con indicazioni verso una “sana e prudente gestione” di operazioni finanziarie ed immobiliari. Tale oculata messa a valore del patrimonio, si badi, dovrebbe essere secondaria, cioè sempre essere effettuata nell’ottica di potenziare la redistribuzione di risorse sul territorio. In teoria. In realtà, eccoci al paradosso: oggi ci troviamo di fronte fondazioni che, una volta separate dalle banche, si comportano esse stesse come banche. Non come le antiche casse di risparmio, guidate, almeno alle origini, dalle priorità del risparmio e dell'iniziativa umanitaria, ma come i moderni istituti di credito, dediti all’investimento speculativo. Ecco perché la Fondazione di Venezia, invece che dare al territorio, oggi si trova a togliere, a pensare, cioè, di mettere in vendita la sede espositiva della Casa dei tre oci. Succede perché perché l’M9 non nasce veramente come progetto culturale, ma come specchietto per le allodole per far digerire un’operazione di speculazione immobiliare avvenuta su terreni pubblici. Ciò che interessava alla Fondazione non era tanto il museo, quanto il circostante distretto che avrebbe dovuto fruttare attraverso la presenza di servizi, negozi, ristoranti ed hotel. Un'operazione che tradisce i principi statutari e che, oltretutto, fallisce (manco capaci a speculare per bene).

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Alcune splendide foto scattate nel 2013 da Licia Perna durante l’assemblea plenaria per la costruzione di OPEN6: un progetto collettivo che parte dalla messa in discussione della mostra come evento per arrivare a sviluppare nuove pratiche artistiche di assemblaggio.

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 Some wonderful pictures taken in 2013 by Licia Perna during the plenary assembly for the construction of OPEN6: a collective project that starts from the discussion of the exhibition as an event to develop new artistic assembly practices.
Stasera ci troverete online per il terzo Focus del Stasera ci troverete online per il terzo Focus del Forum dell'arte contemporanea italiana organizzato da Giuseppefraugallery / Scuola Civica d'Arte Contemporanea.

I Focus sono approfondimenti mensili in forma assembleare, il cui obiettivo è quello di attivare una piattaforma che dia spazio a dimensioni di collettività locali per affrontare nodi critici legati alle sfere dello spazio pubblico e della geo-politica. 
Il ciclo è dedicato a criticità territoriali e comunitarie, di cui vengono presentate esperienze, iniziative, studi e progetti dedicati.

L’intento del Focus Resistenze! è quello di mettere in relazione teorie, pratiche, riflessioni e testimonianze provenienti da percorsi dell’attivismo non necessariamente appartenenti al mondo dell’arte contemporanea, ma sicuramente speculari alle tematiche affrontate dalla sua parte più attiva e impegnata nel sociale.

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Per partecipare:

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https://us02web.zoom.us/j/87013194034?pwd=YU9QWnFoS1RQYkJrcWVyUnR0eDRXZz09

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🗓 Il 29 Ottobre alle 17 si terrà online il focus 
THE VENICE BIENNALE IN PANDEMIC TIMES
Organizzato da Vittoria Martini and Marco Baravalle in collaborazione con S.a.L.E. Docks e il Forum dell’Arte Contemporanea.

La Biennale di Venezia vive in una città in cui, da decenni, il numero dei turisti surclassa quello dei residenti (in costante diminuzione). Calata in questo contesto, ha saputo mantenere una leadirship globale nel suo settore, anche sfruttando la filiera del turismo internazionale che vede nella città lagunare una meta così appettibile. Un evento globale (per le relazioni culturali su che mette in moto) con una ricaduta locale che si valuta soprattutto in termini di indotto economico.

Bene. Tutto ciò poteva essere dato per scontato fino all’esplosione della pandemia, ma ora che succede? Al di là dell’urgenza di ripensare la Biennale nel momento dell’assenza dei pubblici internazionali, può il Covid-19 rappresentare un’occasione per ripensare radicalmente quell’istituzione (e le large scale exhibitions in generale) alla luce di criteri diversi da quelli dettati dall’economia culturale neoliberista? Non è forse questo il momento di trovare un coraggio istituzionale che è, tra l’altro, patrimonio storico della Biennale?

Queste sono le domande di partenza che poniamo a studios*, curatori e curatrici, artist* e lavoratori e lavoratrici della cultura.

Fra le/gli ospiti invitati a partecipare (in progress):

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Giù le mani dagli Spazi Sociali! 🔴PERQUISIZIO Giù le mani dagli Spazi Sociali!

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Stamattina dalle prime ore dell'alba centinaia di uomini in assetto antisommossa stanno bloccando l'ingresso del centro sociale e è eseguendo una perquisizione.
Blindati, celere, guardia di finanza e scientifica presidiano la perquisizione mentre decine di attivisti e attiviste sono già accorsi sul piazzale.
Si tratta della vendetta di stato per la manifestazione dello scorso 12 settembre quando gli attivisti e le attiviste della neonata rete Rise Up 4 Climate Justice hanno sanzionato la raffineria ENI di Porto Marghera.
Sappiamo che quando si tocca il cuore del problema l'apparato risponde con la repressione, sappiamo che grandi movimenti che si organizzano fanno paura e qualcuno tenta di sfruttare il difficile momento in corso per cancellarli ma usciremo più determinati di prima.
La lotta per la giustizia climatica non si ferma.
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PIERO MARSILI LIBELLI: DEBORDAGE Fotografie tra finzione e realtà, passate al @saledocks fatevi un favore davvero!
"Le foto di Piero Marsili Libelli offrono un'alternativa possibile a questo disincantamento per la loro sottesa inquietudine, per quella vibrazione, per quella capacità di incantare il mondo, di registrarlo senza fissarlo, di scostare l'illusione dell'oggettività, di interpretare, in definitiva, la fotografia come paradossale arma contro lo status quo, contro l'immutabilità delle convenzioni, dell'industria culturale, della guerra e dei rapporti di potere."
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#saledocks #venezia #photography #pieromarsililibelli #bw
L’8 Ottobre alle 18 al S.a.L.E. Docks inauguriam L’8 Ottobre alle 18 al S.a.L.E. Docks inauguriamo la mostra fotografica di Piero Marsili Libelli, artista poliedrico il cui campo d'azione riguarda tutti gli aspetti dell'umanità, catturati dal suo occhio in ogni circostanza, dal dramma al piacere e da diversi punti di vista. 

Le sue foto, in mostra fino al 22 novembre, sono state pubblicate da diversi giornali di prestigio nel mondo, tra cui il New York Times, il Newsweek, L'espresso, il Paris Match e sono state esposte a San Paolo del Brasile, Amsterdam, Madrid, New York, Milano, Yerevan.

Che si tratti di immagini di reportage (dalla Romania durante la caduta di Ceaușescu, passando per l'Afghanistan post 11 settembre, fino al Giglio dopo il naufragio della Concordia) o di ritratti di personalità del mondo del cinema, del teatro e dell'arte, all'occhio di Marsili Libelli va riconosciuto il merito di avere sempre saputo debordare il reale, abitandolo ed eccedendolo al tempo stesso. 

Qui gli orari di apertura
8 ottobre - 22 novembre
dal mercoledì alla domenica
11.00-13.00 / 14.00 - 18.00

Non mancate!
Giovedì 8 ottobre alle 18 inaugura al S.a.L.E. Do Giovedì 8 ottobre alle 18 inaugura al S.a.L.E. Docks "Debordage", mostra fotografica di Piero Marsili Libelli, in collaborazione con @in_common_project  e @iuav_teatro_e_performance.

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|Come artist*, lavorat* dello spettacolo, dell’a |Come artist*, lavorat* dello spettacolo, dell’arte del cinema abbiamo un percorso da fare assieme ad altr*, quello di aprirci come essere-umani-implicati-nel-mondo, gli esperimenti collettivi richiedono anche definizioni espanse di collettivi per includere altre esistenze umane e non umane. Isabelle Stengers ci suggerisce di operare verso "un’ecologia delle pratiche", come luoghi di attaccamento, forza e trasformazione – che mettono in atto forme di “obbligo” creativo che possono avere la capacità di "rispondere a sfide e sperimentare cambiamenti". 

Il gesto estetico non adempie più a tutte le funzioni del politico, come rispondere allora alle sfide poste dal cambiamento climatico a partire da un ripensamento dei modi di produzione dell’industria cinematografica per esempio? Come attuare pratiche produttive intersezionali, inclusive, ecologiche? In che modo possiamo lavorare verso una cultura multipla della natura?
Quali sono le condizioni materiali dalle quali possiamo aprire tali prospettive?

Per questo invitiamo tutt* al Venice Clime Camp di Venezia, che si terrà al Centro Sociale Rivolta nelle giornate del 9 settembre per la manifestazione di lavorat* spettacolo alla Mostra del Cinema (Lido di Venezia), il 10 settembre per la riunione della rete professionist* dello spettacolo e alla giornata del 11 settembre in cui Adl Cobas (Associazione Difesa Lavoratori) promuove un’assemblea sui temi del lavoro e del reddito.|

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